domenica, agosto 26, 2007

giravamo all'amatriciana



Omaggio a Monty Montana e Gene Autry gli autentici protagonisti del "vuestern"
come dice il Coon nei commenti, ed io condivido il concetto.

Leggo che Marco Giusti e Manlio Gomorasca cureranno una retrospettiva sul
western all'italiana, alla mostra del cinema di Venezia, un posto d'onore
spetterà a Tomas Milian, riconosco che in quel genere si misurarono dei giganti
come Sergio Corbucci e Sergio Leone tuttavia i loro film non furono mai all'altezza
del vero filone western, per intenderci John Wayne e soci, quel verismo esasperato
dove i fagioli erano più fagioli ed il cuoio più cuoio appesantivano la pellicola
oltre misura, del resto il genere western come i cartoni dove non muore nessuno possiedono una eleganza che quel filone italiano non ha mai raggiunto, si potrebbe
obbiettare e chissenefrega dell'eleganza non era quello l'obbiettivo, e qui proprio
a confermare questa tesi si inserisce la figura di Tomas Milian, i suoi personaggi
western fanno parte del discorso precedente, ma la sua evoluzione in Er Monnezza
segna il trionfo della cialtroneria dilagante del cinismo da quattro soldi, i
B movies erano una cialtronata senza senso appena girati, o perlomeno erano
l'anticipo di una cialtroneria dilagante ovunque oggi con il trucco rifatto
ritrovi tutto quel mondo nei vari reality, nelle curve nord o sud nel Corona and Mora's world, di sicuro col
tempo anche questo mondo sarà rivalutato è oggetto di mostre retrospettive,
c'è sempre qualche sprovveduto che crede di vedere nei fallimenti più clamorosi
chissà quale messaggio, Tarantino vede nel Milian di Cuchillo "il primo vero eroe del
terzo mondo" e vabbè è uno straniero, non vorremo certo impiccare lui o l'Ardant
per delle cazzate dette cosi alla bella spumeggiona, per finire l'indomito Gomorasca
finirà a breve con Tomas Milian l'autobiografia "Monnezza amore mio" non ci
resta che piangere
Massimo ci manchi tantissimo

52 commenti:

Ugolino Stramini ha detto...

Notte, egì :)

Anonimo ha detto...

per non parlare delle canagliate proprio sopra il tempio ipogeo di san Salvatore in Sinis..
ben detto: il pacifista Gion Vaine (che zoppicando scansò la 2nda guerra mondiale anche per sordità) negli western è ineguagliato dai maccaroni ma il vero uestern è Gene Autry e Monty Montana!

Anonimo ha detto...

Qualcuno diceva, nel '900, che entro la fine del secolo avremmo rivalutato Hitler.
Di solito si porta come esempio Totò, incompreso all'epoca e poi elogiato. Però, adesso, pensare che dietro a ogni Vanzina si nasconda un Totò mi pare esercizio di ottimismo.

Anonimo ha detto...

Sulla realtà del western di Sergio Leone, vorrei citare una intervista alla moglie, che raccontava divertita dello stupore degli americani, di fronte alla minuziosa ricerca di Leone e del suo costumista, di abiti d'epoca usati da utilizzare per i film... "genialata" che colpì così tanto, che poi anche i registi USA iniziarono a farla. Questo per aggiungere qualcosa circa la non autenticità degli spaghetti-western, contrapposti a Wayne.
;-)
ciao

Anonimo ha detto...

notte ugolino:)

Anonimo ha detto...

sostanzialmente mi sembri daccordo,
purtroppo non ricordo Autry e Montana, probabilmente li avrò visti,
farò una ricerca

Anonimo ha detto...

appunto rip è proprio quello che sostengo io, che dietro moltissimi
vanzina ci siano soltanto i modestissimi fratelli.

Unknown ha detto...

non a caso ho definito Sergio Leone un gigante, per la passione la professionalità e genialità, resta
il fatto che i suoi western al di la
della geniale fessura degli occhi,
restano esercizi di bella scrittura,
lodevoli ma niente di più.

Anonimo ha detto...

La rivalutazione dei B movies, come gli 'anta che tornano di moda, mi sono sempre sembrati un sintomo di perdita di creatività

Anonimo ha detto...

Sarà che il western classico, da dopo passata l'infanzia, non mi "acchiappa" più, come genere...a meno che sia particolare. I più belli che ricordi, infatti, sono I compari di Altman e Dead man di Jarmusch. Un po' atipici, sicuramente. Sarà che evidentemente amo la decadenza dei miti più che non i miti stessi, spesso noiosi nella loro autocelebrazione...
;-)

Anonimo ha detto...

appunto concordo al 100%

Anonimo ha detto...

La blogosfera è troppo piccola per tutti e due, Egine: t'aspetto fuori dal saloon, a mezzogiorno.

Anonimo ha detto...

ritengo Jarmusch Altman e sopratututto Sam Peckinpack degli
autentici killer del western, peggio
dei nostri ai quali va almeno concessa l'attenuante della passione,
cio che tu confondi con la decadenza
è in realta uno sterile esercizio
intellettuale, tanto più odioso, quando applicato al genere western

Anonimo ha detto...

oihbò ci sarò o forse no !

Ugolino Stramini ha detto...

'giorno, egine! stanotte non ero in condizioni di commentare, e ho preferito rimandare.
Premetto che non sono un cultore del genere. Non che io non guardi monnezza, solo che preferisco quella fantascientifica.
Il relativismo ed il conseguente revisionismo sono propri solo di culture aperte e mature. Bello ciò che passò per brutto, bene ciò che parve male, e viceversa. Ma, per carità, senza automatismi, senza avanzamenti per anzianità.
Primo elemento necessario ad una rivalutazione è che qualcuno con le palle si prenda la briga di spalare tutto il letame depositato e spieghi a noi quale perla ci era sfuggita.
Questo in genere basta a favorire un evento "culturale" e qualche passaggio sui media, soprattutto d'estate.
Poi, però, se non arriva il gradimento del pubblico, il tutto si rivela essere una bolla di sapone.
Scusa, si può sapere cosa cazzo ho scritto?

Anonimo ha detto...

Autry e Montana, non li conosco, ma chiederò per curiosità a mio padre, che è un fanatico del uestern, ciao Egi

Anonimo ha detto...

"il relativismo ed il conseguente revisionismo sono propri solo di culture aperte e mature. Bello ciò che passò per brutto, bene ciò che parve male, e viceversa." bene !! detto ciò Er monnezza faceva cagare ai tempi e fa cagare oggi, cosi come
Oronzo Canà era un capolavoro ai tempi e lo è anche oggi, come vedi
non ne faccio una questione di
b o di a ma di cio che è vero o fasullo, perdona se ora mi fermo
devo riprendere fiato.

Anonimo ha detto...

Teresa nemmeno io li conosco i nomi
me li ha suggeriti il Coon e io sono
andato a vedere su google, come vedi
li ho immediatamente adottati:)

Anonimo ha detto...

remember Montana quello della carne MONTANA,
Gringo o Ringo?
eSp.

Ugolino Stramini ha detto...

... e quindi è inutile che Giusti & C. ce la menino; però, almeno starli a sentire, non dico tutti, ma almeno uno in avanscoperta mandiamolo!

p.s a me è dalle elementari che me la menano con la gioconda, e non mi hanno mica convinto; invece il david di michelangelo quando l'ho visto mi ha tolto letteralmente il fiato, giusti o non giusti.

Anonimo ha detto...

vale sempre la pena di ascoltare Marco Giusti, di blob è sicuramente quello più spiritoso, la mia era solo
una ribellione contro l'eccessiva
riabilitazione di cagate senza speranza, certo alla Gioconda qualche chance la darei, gode di una fama spropositata rispetto ad altre cose di Leonardo, ma cosi
va il mondo, pensa a noi due ingiustamente trascurati dal gossip
estivo eppure ne abbiamo fatte di cotte e di crude, ora tolgo il
termometro, perbacco 42 vado a riposare.

Anonimo ha detto...

i do remember dear esp, take care

Anonimo ha detto...

ciao egine!!
bisou

Anonimo ha detto...

Invece secondo me le cose si devono evolvere, sennò sono morte, e allora sì diventano sterili esercizi di stile. Così è anche per la visione che l'America ha del proprio epos, dato che storicamente non è che possa rifarsi a granché d'altro, arrivata al West. E francamente lo ha celebrato in tutte le salse, compresa quella revisionista e politicamente coretta; non vedo cosa altro possa dire, se non seguire la strada di Altman o Jarmusch, che invece tu disprezzi. Poi, ovviamente, alla fine si tratta sempre e solo di gusti personali: Wayne, per esempio, io, non so che farci, lo trovo mortalmente noioso, ma capisco che è la bandiera ideologica di una certa America, che però mi pare si stia sgretolando (e per questo, direi, non c'è più quella "passione", né nei registi, nè, a giudicare dagli esiti fallimentari di qualche tentativo di rianimazione del genere, nel pubblico))... e questo sgretolarsi corrisponde a quando c'era una volta il West, e poi ha iniziato a non esserci più, ed era onesto e legittimo testimoniare anche questo momento di frattura, credo...
Oggi, forse provocatoriamente, potrei pensare che il futuro del western, l'immagine di quel modo di concepire la Frontiera, stia in film come Easy rider, o come Un tranquillo week end di paura, o Non aprite quella porta.
Se come genere, il western, a Hoollywood non va più, non credo sia solo per mancanza di registi o di attori all'altezza, credo che sia anche perché il filone, come è usuale anche nelle miniere più ricche, si è esaurito.
Il resto, IMHO, è storia cinematografica, che può più o meno piacere, oppure no.
Ma ripeto, ognuno hai i suoi gusti e le sue preferenze, e amo pensare sia libero di esprimerle serenamente, senza che per questo qualcuno si debba sentire offeso o sminuito.

Anonimo ha detto...

ps. con decadenza, mi riferisco a quella storica di un'epoca, non a quella di un genere di film. Lo specifico perché, rileggendo, ho il dubbio d'essere stata fraintesa: e i western citati mi hanno colpito, perchè esplorano per la prima volta, che mi consti, proprio questo momento particolare - la fine del "selvaggio" e l'arrivo della civiltà, con gi inevitabili contraccolpi della cosa.

Anonimo ha detto...

il trionfo della cialtroneria dilagante del cinismo da quattro soldi..dilagante ovunque oggi:
m'hai fatto venire in mente "Una tonnellata di equivoci" raccontino contenuto ne L'Italia Spensierata di Piccolo. Analizza il film (e gli spettatori) del sempre campione d'incassi Parenti con i vari Natali a… (Nilo, India, Miami, New York).
Pesante.
Leggilo per giovedì e dimmi :)

Anonimo ha detto...

Ho mio padre appassionato del genere e di conseguanza anch'io ho frequentato... ditemi tutto ma la Cardinale non la vedete un pò fuori luogo tra polvere e spari?

Anonimo ha detto...

ora sul concetto di rinnovamento, non
puoi che trovarmi daccordo, ma qui si parla di un genere che corrisponde a canoni precisi, grazie al Coon ho potuto elencare due personaggi che sono all'origine del genere, uno dei due ha perfino scritto un decalogo
di comportamento del cowboy, anchiopersonalmente trovo abbastanza noioso Wayne e non solo ma anche portatore di un ideologia che non condivido per
nulla cio sopratutto al difuori del
western, il filone si è esaurito
tantè che si ricorre alla celebrazione dello spaghetti western e quelllo che penso di
queste riesumazioni l'ho espresso
chiaramente mi sembra, per non
parlare del politically correct,
cioè dei poveri pellerossa sfrattati dal bianco, quanta
bella ipocrisia spacciata all'interno del western revisionista, chiariamo una cosa
gli indiani sono i cattivi e i coloni sono i buoni questa è la
storia del west, l'hanno scritta i vincitori come sempre. I miei
western preferiti quelli che ricordo sempre:
Sfida all'OK corral, con Kirk Douglas
Shane il cavaliere della valle solitaria con Alan Ladd
Mezzogiorno di fuoco con Gary Cooper
abbracci

Anonimo ha detto...

vasisssimi

Anonimo ha detto...

leggerollo, però permettimi di fare
una distinzione Neri Parenti ha diretto alcuni film di Fantozzi
o Fracchia dei capolavori in assoluto, ma qui andrebbe aperto un capitolo a parte su questo filone.

Anonimo ha detto...

eggià la Cardinale, fa parte di quel
mondo che ha sognato il west ma che
con il west non c'azzeccava nulla

Anonimo ha detto...

contenta che, sia pur con qualche distinguo, ci siamo alla fine capiti meglio.
la scrittura rende tutto un po' più lento e macchinoso...
;-)

Anonimo ha detto...

:))

ablar ha detto...

è il bello della scrittura!

Anonimo ha detto...

Alba, quando non provoca disatri, sì!
Ho versato fiumi d'inchiostro professionale su come sopperire in modo il più indolore possibile all'assenza di metalinguaggi nella comunicazione scritta...
(solo tanto per fare un po' di scena: è sera, sono stanca e il mio ginocchio meteorologico non prennuncia nulla di buono per il futuro!)
Snort!(esttamente come Pippo)

Anonimo ha detto...

Egiii non puoi lasciare siluri per commenti in giro e poi non scrivere o scrivere di 'uestern
:)))

ablar ha detto...

per la Flora: allora si può dire che con la scrittura (cosa significa professionale? è scrittura? quella professionale? o è solo una tra tante?)son disastri più lenti e macchinosi ... offre margini di tempo e spazio... tempo e spazio di cui, come son sicura tu sappia, si ha bisogno per la "parola" e per il "contatto" ...(sono banale? e anche un po' ... banana!)
p.s. ho quel lieve mal di testa localizzato sul sopracciglio sinistro che mi avvisa di qualcosa ... presumo sia ... etc.
baci giocosi

Anonimo ha detto...

vedi, un post come Scorrete,lacrime.
non l'avrei mai scritto ma ho avuto
il privilegio di leggerlo, è qualcosa che hai nella testa ma qualcun'altro
sa cosa dire e come dirlo, i commenti
nascono dall'inaspettato da qualcosa
che non è mai contingente, e cosi
a volte mi liberano come un urlo,
questo posso fare fra un vuestern
e l'altro:))

Anonimo ha detto...

cara alba sono sicuro che lapardaflora non tarderà a
controbattere e a chiarire qualsiasi equivoco ove ce ne fosse bisogno,
per quanto mi riguarda non ho elementi per parlare di scrittura,
mentre escludo che tu possa essere banale, forse banana ma mai banale,
anzi mi domando come mai ti sia balenata nella mente un simile idea,
ci vorrebbe qualcuno più bravo di me
per continuare con il cetaceo, ci penserò stanotte:)

Anonimo ha detto...

Semplicemente, la scrittura professionale è scrittura (contrapposta a quella creativa o narrativa che la si voglia chiamare) che si usa professionalmente, in genere al servizio del mondo dell'impresa o della pubblica amministrazione, dato che con Tullio De Mauro, si è iniziato un necessario lavoro di snellimento e ammodernamento della comunicazione scritta, soprattutto quando indirizzata al pubblico - gli americani lo chiamano business writing, per i francesi si tratta di écrivaines publiques, gli italiani la definiscono professionale.
E'quella che usi per le ditte, dalla redazione di circolari interne o di manuali di formazione ad uso del personale o dei contenuti di un sito, dato che la scrittura per il web segue canoni diversi da quella per la carta stampata, agli house organ alle brochure, alle relazioni di convegni, meeting etc; può anche comprendere attività di editing sui testi altrui; ed è, infine, anche quella del giornalista alla vecchia maniera anglosassone, in certo senso, perché ne sposa parecchie regole, circa chiarezza, efficacia, stile ...è scrittura insomma usata nella comunicazione scritta di imprese ed enti, pubblici e privati, che dovrebbe essere possibilmente chiara, efficace, elegante, meglio se con un pizzico di personalità, però deve sottostare ai molti paletti imposti da chi la commissioni: lunghezza e taglio dello scritto, registro linguistico (per relazionare un convegno, per esempio, è auspicabile usare un italiano standard, che invece non è indispensabile in comunicazioni meno formali), messaggi che deve veicolare o enfatizzare rispetto ad altri, adeguandosi alla policy di ciascuna azienda, etc. e
deve quindi rispettare alcune nozioni di linguistica, neurolinguistica, tecnica delle comunicazioni scritte, persino la conoscenza della buona vecchia retorica di Cicerone non guasta...
In America si insegna da un bel po' all'Università, dato che la corrispondente figura professionale è ben nota, da noi esiste qualcosa da un po', per esempio allo Iulm, o nel campo dei laboratori di scrittura italiana che in molte università sono divenuti obbligatori per chi studi lettere, e corsi vengono sempre più spesso commissionati ai professionisti del settore dalle amministrazioni locali o da enti privati (per esemplificare, ho collaborato alla stesura di un corso dedicato alla scrittura nelle banche, e a uno di autoistruzione commissionato da ICoN, consorzio interuniversitario che promuove in Rete la cultura e la lingua italiana, con evidenti caratteristiche peculiari diverse nei due casi).
Spero di aver risposto alla perplessità di Alba; poi in Rete esistono vari siti di business writer, o dedicati alla materia - la maggior parte americani, ma anche un certo numero italiani.
Ciao

Anonimo ha detto...

Insomma, è una scrittura tecnica, non emotiva - a meno che non ti venga richiesto di toccare quel tasto, e allora tu devi usare gli strumenti tecnici che lo attivano!un po' come sapere che in musica, un giro armonico in la minore, perlomeno nella nostra cultura, risveglia sentimenti malinconici, tanto per capirci: pensiamo ad uno speech writer, cioè a chi scrive i discorsi, per esempio per un politico, e alla gamma di sensazioni che gli può venire richiesto di attivare: forza, positività, ottimismo, senso di appartenenza ad un gruppo etc.
E' quindi una scrittura che utilizza consapevolmente una serie di strumenti tecnici relativi allo scrivere e in genere finalizzati al raggiungimento di uno scopo comunicativo ben preciso, che ti viene indicato dal cliente.
Quindi, non solo devi saper scrivere, ma devi anche essere consapevole dei meccanismi per così dire interni relativi alla scrittura, per utilizzarli consapevolmente al tuo servizio, anche tenuto conto che, a parte l'esempio dello speech writer, in genere hai a tua disposizione solo le nude parole, mancando contatto visivo, tonalità della voce, linguaggio corporeo, ovvero tutti quei metalinguaggi della lingua parlata ai quali accennavo, e che aiutano il ricevente a decodificare in maniera corretta e non ambigua (ovvero nel nostro caso, in quella desiderata) ciò che l'emittente gli invia.
Spero che così sia più chiaro...

Anonimo ha detto...

Sei tanto caro, ma pensavo piuttosto al commento da MarcoZ

Smack!

Anonimo ha detto...

smack smack

Anonimo ha detto...

la tua spiegazione completa e complessa viene girata ad Alba,
io ti ringrazio per la partecipazione

Anonimo ha detto...

In effetti, ero in dubbio se rispondere direttamente da lei...tanto più ch ene è uscito u n poema, ma non è semplicissimo da spiegare correttamente.

Anonimo ha detto...

Con la presente, sono a ringraziare la Parda Flora per la Sua più che esaustiva spiegazione. E' con vera e sincera ammirazione che da tempo, involontariamente nascosta, La seguo nei suoi scritti "bloggheschi" professionali e non.
Colgo l'occasione per esprimerLe tutta la mia più viva stima. E confidando che in futuro si possa ulteriormente approfondire la reciproca conoscenza, Le rivolgo i miei più cordiali saluti.
p.s. Un particolare e affettuoso ringraziamento è rivolto ovviamente anche ad Egine, il "ponte per" sempre interessanti contatti.
Alba (oggi un po' più "banana" del solito... effetto del caldo e dei pappatacei di giorno)
;)

Anonimo ha detto...

ah che bello! ... commenti scritti in contemporanea!
:)))

Anonimo ha detto...

un abbraccio commosso ad entrambe !!|

Anonimo ha detto...

Mi sfugga qualcosa...non ci si dava del tu?
:D
(a me, i complimenti, pur se graditi, mettono sempre in un imbarazzo incredibile... con la benedizione "Urbi et orbi" di Engine, poi!)
>:)

ablar ha detto...

per parda: è che mi sfugge la libertà di fare la "scema"
;)
p.s. condivido appieno il tuo: "Oggi, forse provocatoriamente, potrei pensare che il futuro del western, l'immagine di quel modo di concepire la Frontiera, stia in film come Easy rider, o come Un tranquillo week end di paura, o Non aprite quella porta."
per Egino: un caro e sentito abbraccio!

Anonimo ha detto...

Giusti mi fa una cultura di cinema da sempre considerato di serie B se non Z. Un omaggio ad un'artigianato della cinepresa che in pochi hanno saputo fare con serietà.

Anonimo ha detto...

concordo, ma certe cose erano brutte e sono rimaste tali