Dopo qualche giorno nel villaggio turistico, inutile che vi spieghi, voi conoscete
quel microcosmo che si ripete inalterato, quale che sia il paese che lo ospita
ho deciso di dimostrare a mia figlia che ci trovavamo in Egitto, non avendo
piramidi o templi nelle vicinanze, ho optato per il dromedario e per la tenda
beduina, e difatti in groppa al dromedario siamo arrivati alla tenda, la viveva
la tipica famiglia beduina, il capofamiglia, moglie(una sola data l’esiguo numero di cammelli) e figlia, velate e operose,
figli e cognati nullafacenti, tramite la guida, ho saputo della loro antichissima civiltà,
di come le donne abbiano un ruolo fondamentale, quello di faticare, mentre agli
uomini è riservato un ruolo più politico, bere il tè sdraiati nella tenda ascoltando
le parole del saggio capofamiglia, giacche i figli vengono tenuti bel lontani dalla
scuola, casomai potesse compromettere le consolidate tradizioni , intanto che
ascoltavo, mi appariva di tanto in tanto l’immagine di Welby, non l’uomo
sofferente con tutta la sua tragedia, ma come un volto su un francobollo,
anche lui prigioniero di una antica civiltà, e di queste immutabili tradizioni,
il ragazzo mi stava porgendo la tazzina di tè alla menta, bevuto quello
ce ne siamo tornati al villaggio.