mercoledì, giugno 20, 2007

il viaggio immaginario

Scritto sul PDN


Partendo da Montieri prov, di grosseto dove il mio amico egidio tiene i cavalli,
vorremmo venire a napoli per il 14 ottobre, ancora non l'ho sentito, l'esperto è
lui, io ci metto solo la paura, sti cavalli sono alti e non stanno mai fermi, una
volta arrivati vorremmo simbolicamente infilzare un sacco di monnezza, questa
è la mia visione per la città sottile, dissento totalmente da quanto detto da
Pasquale su come non ripetere gli errori fatti nel passato, che cosi bene
lui ci ha riassunto, dovremmo cercare di essere sicuri che quello che raccontiamo
sia capito dai più cosi PDG ci suggerisce, io dico di no, dico che noi raccontiamo
solo quello che siamo, e solo il tempo molto, dopo molto tempo la nostra canzone
sarà cantata dai nostri e dai figli degli altri, mi è estranea la ricerca del voto,
il consenso, tutti questi ingredienti che precedono la miserevole routine
politica, ed infine per il linguaggio NF mi ha preceduto, la penso come lui,
parlo a titolo personale e non in veste di addetto all'ufficio stampa, ed il
mio personale credo lo conoscete, consapevole alfiere del gesto inutile
l'unico possibile.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

(applausi)

Anonimo ha detto...

credo io, credo, che il 14 ott il viaggio non debba essere immaginario ma reale... giusto?
inoltre credo io, credo che solo la semplicità delle parole possa ottenere il consenso sei più. bisogna proporre parole che possano arrivare atutti...nessuno deve farsi scuso del "non ho capito".. "il dialetto io non lo capisco".
ecco, credo con la semplicità si possano raggiungere anche i più pigri di compdonio!
:)
consapevole alfiere del gesto inutile l'unico possibile.
il tuo credo mi piace assaissimo

Anonimo ha detto...

denghiu un abbraccio

Anonimo ha detto...

bippina adorata, sul linguaggio mi sono espresso chiaramente, semplice
e diretto come il dialetto, in questo
caso napoletano, chiedo la traduzione
per spocchia, in effetti non ce ne
sarebbe bisogno, mica chiediamo a
mozart di tradurci il requiem::))

Anonimo ha detto...

ot. SCUSAMI, ho visto ora la tua domanda: la risposta è sì, ma immagino (o perlomeno spero) che a questo punto tu abbia ricevuto anche le mie risposte !

Anonimo ha detto...

e tu pure tieni ragione... ma se mozart con quella musica volesse dirci qualcosa che per lui è veramente importante...
soffrirebbe a vedere che i più quel messaggio non l'hanno colto...anche solo per una questione di orecchio poco musicale.
mi spieco, è giusto?

ablar ha detto...

Mozart se ne farebbe una ragione ... e penserebbe a chi invece l'ha capito quel messaggio...
in questo mondo siamo ASSAI!

Anonimo ha detto...

...e ne saremo sempre di più...
ma in certe questioni delicate...e che, detto francamente, non interessano ai più...
la difficile comprensione potrebbe essere demotivante!
non c'è peggior sordo del pigro

Anonimo ha detto...

no neanche una, perciò te l'ho chiesto ! mi arriva una sacco di spam
che elimino senza guardare, se hai una copia mandamele controllero con più attenzione, ciao

Anonimo ha detto...

si è giusto, ma uno scrive cosi
perchè nulla lo puo fermare, sta
agli altri attrezzarsi per capire,
resta il fatto che ciro è uno snob
vomerese......

Anonimo ha detto...

diciamo la stessa cosa o sbaglio?

Anonimo ha detto...

Egin1 il cavallo è bello assai ma se lo temi ti ci porto in moto, lo sai!

tieni un pensiero sui cavalli:

Una volta, quando Luis disse che Giuda, confronto a Victor Huerta, era come Gesù Cristo, un giovane vaquero guardò altrove e l’altro si fece il segno della croce. Luis diceva che la guerra aveva distrutto il Messico perché la gente era convinta che la guerra si cura con la guerra come il curandero cura il morso di serpente con la carne di serpente.
E parlava delle sue campagne di guerra nei deserti del messico, dei cavalli uccisi mentre era in sella e di come l’anima dei cavalli rispecchi quella degli uomini molto più di quanto si pensi, e di come anche i cavalli amino la guerra. Secondo alcuni quella era una cosa che i cavalli imparavano, ma lui diceva che nessuna creatura può imparare ciò che il suo cuore non è predisposto a imparare.
Suo padre diceva sempre che chi non ha mai fatto la guerra a cavallo non può conoscere veramente i cavalli e lui avrebbe voluto con tutto il cuore che non fosse vero, ma purtroppo era vero.
Infine disse d’aver visto l’anima dei cavalli, che era uno spettacolo terribile. Spiegò che la si poteva vedere in determinate circostanze assistendo alla morte di un cavallo; infatti i cavalli possiedono un’unica anima comune che diventa individuale solo separandosi da quella di tutti gli altri e diventando mortale. Disse che chi comprende l’anima di un cavallo comprende tutti i cavalli che siano mai esistiti.
Rimasero a fumare in silenzio fissando le braci al centro del fuoco dove i tizzoni ardenti crepitavano disgregandosi.

(da Cavalli selvaggi di Cormac McCarthy)

ablar ha detto...

si diciamo la stessa cosa
:)

Anonimo ha detto...

grazie per il passaggio, spero che
il coon passi di qua e legga il pezzo
di Cormac McCarthy, te ne sarebbe
grato ed io pure

Anonimo ha detto...

ok, il tempo di recuperarle e ci provo: quelle che ho ricevuto io erano una su Bukowski e l'altra su Guglielmo il Maresciallo, giusto?

Oppure mi sono persa anch'io qualcosa?

Userò un'altra casella, con nick diverso e ti metto Flora nel subject, occhei? quindi non buttarmi, però...
:-D

Anonimo ha detto...

si esatto erano quelle due, ma se tu
volessi ovviare mandandomi alla mia
mail la tua, io la inserirei nella rubrica e cosi non potrebbera mai finire nello spam !